Il giorno della mia Venice Marathon inizia alle 5:30, complice una notte travagliata per quello che ho mangiato la sera prima e sopratutto per la tensione pregara.
Scendo a fare colazione con gli amici che alloggiano nel mio stesso albergo, solita colazione come sempre ho fatto prima dei miei lunghi e poi in camera a prepararsi.
Ci spostiamo a piedi verso piazzale Roma, fortunatamente siamo vicini e fortunatamente abbiamo una convenzione che ci assicura un posto a sedere su un pullman granturismo fimo alla zona partenza.
Vediamo partire chi non ha questa convenzione, sono stipati in piedi sui pullman che solitamentre fanno servizio urbano, non li invidiamo.
Il trasferfimento dura una mezzoretta e a metà strada l'autista accende i tergicristalli, brutto segno: piove.
Raggiungiamo Stra e ci rifugiamo nel tendone per ripararci dal freddo.
Manca ancora un'ora e mezza, dovrei incontrare gli amici del forum, ma la coda per il bagno e lo speaker filo-nazista con l'accento tedesco mnaccia: " Dovete consegnare le Porse prima delle otto e trenta !"
Mette ansia!
Così ci cambiamo, ci spalmiamo ben bene di crema riscaldante, vaselina nei posti giusti, cerotto para capezzoli, coperta termica e sacco nero a mo di vestitino e ci dirigiamo verso la consegna delle borse, quindi in griglia.
Mancano ancora 40 minuti e sono già in griglia.
Cerchiamo di compattarci per scaldarci, mentre inizia a volare sopra le nostre teste l'elicottero della diretta TV.
Ad un certo punto sembra spuntare un raggio di sole, ma dura pochi secondi e se ne va.
Vabè, l'importante è che non piova.
Lospeaker ci annuncia che per motivi di sicurezza (acqua alta) il pasaggio in Piazza S.Marco non ci sarà, peccato!
Arriva il momento delle partenze, handbike e donne top runner partono prima, aprono le nostre griglie e finalmente lo sparo.
Si parte per questa nuova avventura, la mia quarta maratona.
Cerco di partire piano in compagnia dell'amico Carmine e i primi Km passano senza nessun intoppo, ogni km il Garmin mi mostra la media degli ultimi 1000 metri, i primi 5 km li faciio alla media di 4:48/km, va bene.
Poi le gambe iniziano a girare meglio e abbasserò la media di 4 secondi, regolare fino alla mezza.
Intanto ogni 5 km si entra in un paese diverso, prima Dolo poi Mira, Oriago e ad ogni centro abitato c'è un pò di pubblico che non guasta mai, accompagnati dai gruppi musicali che ci caricano.
La riva del Brenta è bella, tranquilla, invidio un pò chi si allena da queste parti.
Passo sul tappeto della mezza a 1h: 39 min: 35 sec.
Va bene, ma so che poi perderò parecchi minuti.
Lo scenario cambia, ci troviamo nella zona industriale di Marghera, abbastanza triste.
Poi ecco il sottopassaggio, poco dopo averlo imboccato i Garmin all'unisono beeppano per avvisare che hanno perso il segnale satellite.
Quando esco mi sballerà il conteggio chilometrico.
Intanto la fascia cardio inizia a dare valori altissimi, non importa, correrò senza contagiri.
All'uscita del sottopassaggio il panorama è cambiato totalmente, siamo in città, Mestre.
Amo i percorsi cittadini perchè c'è sempre pubblico, e anche la gente di Mestre ci mostra il suo affetto, opratutto quando passiamo in una piazza, dove c'è parecchia gente.
I bambini cercano "il cinque" e quando posso glie lo concedo in senso di ringraziamento.
La velocità, con tutto questo tifo, sale inevitabilmente.
Il pubblico si dirada ed ecco il ponte che porta al fatidico parco di S.Giuliano.
Lo supero e mi tuffo nel parco, dove mi accoglie una salita che però supero senza problemi.
I tempi cominciano ad alzarsi attorno ai 4:50/km.
Poi esco dal parco contento di averlo superato senza grossi problemi e, dopo un saliscendi sulle rampe automobilistiche ecco il cartello luminoso di accesso al ponte della Libertà.
Il ponte non si vede ancora.
Ecco il maxi cartello verde con la scitta "VENEZIA".
E poi il ponte.
Mi accoglie subito il vento e sono solo.
Si incontrano solo "cadaveri" di chi ha ceduto e cammina con la sofferenza sul volto.
Ok ci siamo: ecco la crisi.
l'ultimo km lo corso solo a 3 secondi sotto i cinque ma sono in difficoltà.
Abbasso la testa e cerco di non guardare la fine del ponte.
Venezia è ancora un'immagine sfuocata dalla foschia.
I 3 chilometri successivi li correrò a 5:10 / 5:12 al km
Ai 35 prendo sali e acqua dal ristoro e cerco di trovare qualche energia.
Il ponte non finisce mai, mi sembra di essere sempre lì.
Poi alzo la testa e vedo la rampa in salita che svolta a sinistra, il ponte è finito.
Ancora uno sforzo per scollinare, e poi giù verso il porto.
Pensavo che fosse finita invece il porto mi fa ancora soffrire, i 2 chilometri di porto li passo appena sopra al 5 al km.
La crisi è passata, poi finalmente il primo dei 14 ponti.
Il pubblico ricomincia a farsi sentire, le gambe non ne hanno più, ma adesso è il momento di godersi lo spettacolo.
Via un ponte, poi un'altro.
I lastroni sono bagnati dall'alta marea e a volte l'onda sale fino a bagnarci le suole delle scarpe.
La gente è sempre di più e i ponti li supero senza grossi problemi, per inerzia, pensavo peggio.
Ecco il ponte su canal Grande, questo è tosto, ma passo anche questo.
Ora siamo in zona Piazza S.Marco, la gente è tantissima e ci spinge verso i ponti mancanti.
Sento qualcuno che grida "Forza Bergamo", ho la forza di alzare un braccio in segno di ringraziamento.
Gli ultimi ponti sono uno spettacolo, le persone sono letteralmente attaccate sulle transenne ad incitarci, si corre tra due mura di folla.
E' fantastico.
Ecco l'ultimo ponte.
Poi il rettilineo di arrivo si allarga, cerco mia moglie e mio figlio sulle tribune, riesco a vederli e a mandar loro un bacio.
Alzo le braccia e supero il traguardo.
Mi mettono la medaglia da finisher.
3h 24 min 57 sec
Buon tempo e bella maratona!