martedì 29 novembre 2011

28^ Firenze Marathon

Mi presento alla mia settima maratona in condizioni pietose, ho una collezione di dolori che non mi dà tregua.
E’ la terza maratona di quest’anno dopo Barcellona e Trieste, e forse ho esagerato un pò.
Il tallone sinistro continua a farmi male a freddo, per fortuna quando corro non sento niente.
L’inserzione del retto femorale sinistro mi fa male anche a camminare e, anche se ho svolto tutti i compitini della tabella evitando un pò di lavori di qualità, so che si farà sentire.
La periostite alla tibia destra a volte mi ricorda che ancora c’è.
E a sorpresa da sabato ho un dolore forte all gluteo sinistro, forse legato ancora al retto femorale.
Detto ciò, mi presento in griglia un pò demoralizzato e mi prendo un Aulin per sopportare meglio.
Anche in griglia, da fermo, continuo a sentire dolore, forse era meglio non partire...
Ma ecco la partenza: via si và e poi si vedrà.
Corro il primo chilometro a bassa velocità, forzatamente, visto la ressa, ma va bene, una partenza tranquilla era quello che volevo, ma già al secondo chilometro sto trottando sui miei ritmi.
Il quarto chilometro lo corro in 4:12, forse è meglio rallentare visto che ho ripreso i palloncini delle 3h 15 minuti.
Si entra alle Cascine e cerco di correre nella massima regolarità, e così inanello i parziali ogni 5 km rispettivamente di:23’28”, 22’51”,22’53”, un orologio svizzero.
Si esce dalle cascine e finalmente il paesaggio cambia un pò, l’Oltrarno ci regala un pò di pubblico incitante che fa sempre bene.
Al 16Km il dolore al retto femorale comincia a farsi sentire, forse l’effetto Aulin e l’adrenalina iniziale cominciano a scemare.
La vista dall’Oltrarno dei palazzi lungo l’argine con dietro le guglie delle varie chiese fiorentine, il tutto illuminato dal sole è stupenda.
Attraversiamo un’altro ponte e ci troviamo alla mezza: 1h 37’ 50”, in perfetta media 3h15’ e i palloncini sono sempre lì davanti a me e non fatico a tenere il passo.
Cominciamo a entrare nell’area del Campo di Marte e la stanchezza comincia a farsi sentire la media sui 5Km è salita di 10 secondi ma ci stà e così fino al 30°, poi inizio a vedere i palloncini allontanarsi lentamente, penso di 4 o 5 secondi al km.
Non spingo per tenere il passo, ma scelgo di restare su un passo comodo per assecondare il dolore.
Il cavalcavia che ci riporta in centro è terribile e spacca le gambe, ma la gente comincia a farsi sentire e aiuta.
Il passaggio davanti al Duomo, su Ponte Vecchio, Piazza della Signoria, ancora il Duomo, la gente che urla..... ma dove sto correndo, è fantastico.
Arrivo al 40°, non ne ho proprio più!
Non riesco ad andare sotto i 4:45 al chilometro.
I muscoli sono durissimi, due pezzi di legno, ma il mio personale (3h:21’14”) è a portata di mano e con l’autografo di Baldini sul pettorale (fatto il giorno prima all’expo), non posso fallire.
Stringo i denti, abbandono il lungarno e giro verso Santa Croce: eccola.
Davanti a me vedo la tribuna con mia moglie che urla, sulla destra la splendida facciata di Santa Croce, ecco il tappeto blu.
Esulto già 200 mt prima, sono passati i 42 km di sofferenza, mancano solo i 195 metri di goduria.
E’ fatta!
Nuovo Personal Best.
3h 17’ 06”
Non l’avrei mai immaginato.
Oggi avrei voglia già di uscire a correre, ma forse è arrivato il momento di “tirare il fiato” e riposare.

mercoledì 2 novembre 2011

Maratona di Bergamo

Dopo aver partecipato e non aver scritto nemmeno una riga di quella che dovrebbe essere la gara della mia città (io ho fatto la mezza in un modesto 1:33:48), più per repulsione alle pecche organizzative che per la mancanza di tempo ormai cronica, finalmente mi decido, sopratutto perchè si tratta di una notizia che potrebbe dare la svolta alla manifestazione podistica.
Dal l'Eco di Bergamo del 27 ottobre:
Finisce un'era per la Maratona di Bergamo. Dopo quattordici anni e undici edizioni (per tre anni s'è gareggiato sulla Mezza) Teamitalia-Assosport lascia il timone organizzativo dell'evento. Lo fa con un comunicato inoltrato alla Fidal Bergamo in cui annuncia la decisione di farsi da parte
Nel testo il comitato organizzatore spiega che «da locali siamo diventati internazionali, con l'orgoglio di essere arrivati a 1000 iscritti. Poi chiede rispetto «perché nonostante le criticità il nostro impegno non è mai mancato»; e infine augura in bocca al lupo a chi ne raccoglierà l'eredità «con la speranza di appassionare Bergamo e i bergamaschi a questa magnifica disciplina sportiva».
La decisione è stato un atto per certi versi dovuto, soprattutto dopo quanto avvenuto durante l'ultima edizione dello scorso 25 settembre (atleti dispersi sul percorso, la Fidal stava per declassare la manifestazione da Internazionale a Nazionale), ma sicuramente non obbligato.
Nel 2009 Roberto Gualdi & C. avevano ricevuto dalla federazione italiana una licenza quadriennale con scadenza autunno 2012. Nulla avrebbe vietato loro di mettersi di traverso e creare un  pericoloso stato di empasse.
Invece ora il nascente «Pool di società bergamasche» ha strada libera sul fronte organizzativo ma è presto per dire che la Maratona ha un futuro e, se sì, quale.