martedì 13 aprile 2010

Paris Marathon 2010


Eccomi di ritorno dalla tanto temuta e desiderata Paris Marathon.
Un concentrato di emozioni che parte dal dicembre scorso, quando ho deciso di iscrivermi attraverso Terramia. Da alloraun continuo calvario fatto di dolori, periostite, mal di schiena, e scarsa preparazione.
Parto sentendomi impreparato, ma in fondo sereno: verrà quello che deve venire.
I lunghi sono stati pochi e mai più di 32km.
Contro ogni regola di una preparazione, il venerdì vado all'Expo e giro fio a che i piedi mi fanno male, ritiro il pettorale e poi via a vedere la Torre Eiffel.
Il sabato è ancora peggio, già alla mattina mi sparo 300 gradini per arrivare sulla cupola della basilica di Montmartre, per poi scorazzare per tutta la città fino a sera.
Poi "pasta party" offerto da Terramia per fare il pieno di carboidrati e a letto.
E' il grande giorno, l'aria è fredda (4°) e tira un gelido vento.
Decido comunque di correre in canottiera e pantaloncini corti.
Raggiungo il punto di partenza, mi preparo ed entro nella mia griglia, infreddolito nel mio sacco di cellophane che ci hanno dato all'Expo.
Saluto mia moglie e mio figlio che mi aspetteranno al passaggio dell aTorre Eiffel.
Poi lo sparo.
Sono nella terza di 8 griglie, quindi piuttosto vicino al punto di partenza, ma non ci si muove.
Il portale di partenza è più stretto delle griglie e quindi c'è calca, ma questo sarà un vantaggio, peerche appena arrivati sotto il portale, la strada si allarga e si inizia subito a correre.
E' un fiume umano.
Corro rilassato, e cerco di godermi il pubblico assiepato ai bordi della strada che urla in ogni lingua.
Al 5° km una scala dei pompieri è proiettata sopra la strada e sopra ci sono i vigili del fuoco che tifano incredibilmente.
Mi distraggo e non mi accorgo del 1° ristoro, fortunatamente dopo 200mt c' è ancora il tavolo dell'acqua, prendo una bottiglia e bevo due sorsi, so che devo farlo ad ogni ristoro.
Il secondo , al 10°, lo perdo, da quel momento so che non posso più saltarli e starò ben attento a non commettere l'errore.
Entriamo in un parco immenso e il pubblico inizia a diradarsi, sto bene e non sento dolori.
Poi si ricomincia a vedere gente e case, ma siamo chiaramente ancora in periferia.
Al 16° consumo il mio primo gel di integratori e la scena dei pompieri si ripete, in lontananza si cominciano a vedere dei grattacieli.
Il pubblico ricomincia ad urlare.
Continua a rispondere con un gesto a chi mi incita "Forza Italia" leggendo la grande scritta sulla canotta.
Ecco la Senna e sullo sfondo Notre Dame.
Scendiamo a livello della Senna e poco dopo entriamo in un lungo tunnel di almeno un chilometro.
Il Garmin perde il segnale.
Esco dal tunnel e risalgo a livello strada; so che me ne aspettano altri 3.
Al passaggio della mezza ho 1h 40min, buono, ma aspeto i dolori e la crisi.
Intanto al 25° prendo dal ristoro anche una banana, ne mangio un boccone, non l'ho mai fatto, non so se mi farà bene o no.
Ecco la Torre Eiffel: è fantastico correre vicino a questo simbolo della città, altro tunnel e poi ancora uno.
Questo mi resta un pò nelle gambe.
Anche il Garmin va in tilt e segna 1,5 km in più.
Comincio ad essere un pò stanco.
Ecco mia moglie e mio figlio, è sempre un'emozione.
Arriva il 32° e si comincia ad entrare in un parco e il pubblico si dirada.
Si cominciano a vedere i primi "cadaveri".
Poi il 35°, altro boccone di banana e inizia una leggera lunga salita a fianco di un ippodromo.
Sono un pò in crisi.
Raggiungo l'apice e sento la musica di una delle decine di gruppi musicali incontrati sul percorso: è "I wish you are here" dei Pink Floyd, una delle mie canzoni preferite, questo mi carica, anche se poi sedrò un ristoro di solo vino e più avanti i cammelli... che sia ancora nella crisi?
E' il 40°, non ho dolori alla tibia e i muscoli sono stanchi ma ne hanno ancora.
Ho la lucidità di switchare il Garmin sul crono totale e vedo che sono a 10 minuti dal mio Personal Best.
Quasi quasi ci provo: passo sotto il portale dell'ultimo chilometro e provo ad alzare il ritmo, ma subito i miei muscoli protestano e decido di lasciar perdere.
41° siamo ancora in mezzo al parco, come è possibile?
All'improvviso il pubblico diventa intensissimo, la strada si allarga a dismisura.
Poi una curva a destra ed ecco il vialone dell'arrivo.
Là in fondo c'è lo striscione, ho energia per alzare il ritmo e fermo il mio crono a 3h 22 min 48 sec.
Esattamente a 20 secondi dal mio Personal Best, ma non ho rimpianti, anzi sono contentissimo per essere arrivato senza dolori e mi godo l'emozione unica che solo chi ha corso una maratona conosce.
Ritrovo mia moglie e mio figlio: altre emozioni.
Parigi è conquistata.

3 commenti:

  1. Bel racconto, complimenti per la tua bella prestazione, nonostante le disavventure vissute recentemente. Bravo

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  2. grandissimo Bradipo, bella cronaca, sono contentissimo per te!

    Alla prossima!

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