Mi presento alla mia settima maratona in condizioni pietose, ho una collezione di dolori che non mi dà tregua.
E’ la terza maratona di quest’anno dopo Barcellona e Trieste, e forse ho esagerato un pò.
Il tallone sinistro continua a farmi male a freddo, per fortuna quando corro non sento niente.
L’inserzione
del retto femorale sinistro mi fa male anche a camminare e, anche se ho
svolto tutti i compitini della tabella evitando un pò di lavori di
qualità, so che si farà sentire.
La periostite alla tibia destra a volte mi ricorda che ancora c’è.
E a sorpresa da sabato ho un dolore forte all gluteo sinistro, forse legato ancora al retto femorale.
Detto ciò, mi presento in griglia un pò demoralizzato e mi prendo un Aulin per sopportare meglio.
Anche in griglia, da fermo, continuo a sentire dolore, forse era meglio non partire...
Ma ecco la partenza: via si và e poi si vedrà.
Corro
il primo chilometro a bassa velocità, forzatamente, visto la ressa, ma
va bene, una partenza tranquilla era quello che volevo, ma già al
secondo chilometro sto trottando sui miei ritmi.
Il quarto chilometro lo corro in 4:12, forse è meglio rallentare visto che ho ripreso i palloncini delle 3h 15 minuti.
Si
entra alle Cascine e cerco di correre nella massima regolarità, e così
inanello i parziali ogni 5 km rispettivamente di:23’28”, 22’51”,22’53”,
un orologio svizzero.
Si
esce dalle cascine e finalmente il paesaggio cambia un pò, l’Oltrarno
ci regala un pò di pubblico incitante che fa sempre bene.
Al
16Km il dolore al retto femorale comincia a farsi sentire, forse
l’effetto Aulin e l’adrenalina iniziale cominciano a scemare.
La
vista dall’Oltrarno dei palazzi lungo l’argine con dietro le guglie
delle varie chiese fiorentine, il tutto illuminato dal sole è stupenda.
Attraversiamo
un’altro ponte e ci troviamo alla mezza: 1h 37’ 50”, in perfetta media
3h15’ e i palloncini sono sempre lì davanti a me e non fatico a tenere
il passo.
Cominciamo
a entrare nell’area del Campo di Marte e la stanchezza comincia a farsi
sentire la media sui 5Km è salita di 10 secondi ma ci stà e così fino
al 30°, poi inizio a vedere i palloncini allontanarsi lentamente, penso
di 4 o 5 secondi al km.
Non spingo per tenere il passo, ma scelgo di restare su un passo comodo per assecondare il dolore.
Il cavalcavia che ci riporta in centro è terribile e spacca le gambe, ma la gente comincia a farsi sentire e aiuta.
Il
passaggio davanti al Duomo, su Ponte Vecchio, Piazza della Signoria,
ancora il Duomo, la gente che urla..... ma dove sto correndo, è
fantastico.
Arrivo al 40°, non ne ho proprio più!
Non riesco ad andare sotto i 4:45 al chilometro.
I
muscoli sono durissimi, due pezzi di legno, ma il mio personale
(3h:21’14”) è a portata di mano e con l’autografo di Baldini sul
pettorale (fatto il giorno prima all’expo), non posso fallire.
Stringo i denti, abbandono il lungarno e giro verso Santa Croce: eccola.
Davanti a me vedo la tribuna con mia moglie che urla, sulla destra la splendida facciata di Santa Croce, ecco il tappeto blu.
Esulto già 200 mt prima, sono passati i 42 km di sofferenza, mancano solo i 195 metri di goduria.
E’ fatta!
Nuovo Personal Best.
3h 17’ 06”
Non l’avrei mai immaginato.
Oggi avrei voglia già di uscire a correre, ma forse è arrivato il momento di “tirare il fiato” e riposare.
Tira il fiato! tira il fiato, fermati e riposa un po'!!! Dopo quello che hai descritto posso dire: riposo!!!
RispondiEliminaHo letto il post e ho rivissuto il 23 ottobre scorso quando a Venezia ho fatto e completato la mia prima maratona. Mi sono allenato tutto l'anno partendo da zero, dato che ho iniziato a correre praticamente da gennaio 2011. Il running l'ho conosciuto a metà 2010 ma tra sciattalgia e altro non ho mai iniziato veramente. Gli anni prima?? alpinismo, nuoto e altro, ma mai corsa. Ma torniamo a Venezia.
Partenza in ultima gabbia, mi son divertito a superare e superare più persone possibili.
Raggiungo e supero attorno i 15 km i palloncini dei 4'30" a km e proseguo, sono costante e sto bene. Al 25 km raggiungo quello dei 4'20", sto bene, al 31esimo km però le cose cambiano.
Non la crisi del maratoneta, magari, un dolore sulla tibia si fa sempre più forte. Affronto nello sconforto il ponte della libertà che mi porta dentro Venezia, fa male la gamba sx, è il tendine tibiale!
Giungerò all'arrivo in 3h21'12" e un metro dopo inizio a zoppicare.
Dopo un'ora caviglia gonfia impossibile poggiare il piede.
Mi son fatto i 10 giorni consecutivi con le stampelle, ghiaccio alla sera sopra alla bendatura gessata fatta mettere al pronto soccorso.
Negli ultimi giorni inoltre mi son sottoposto ad una terapia con ultrasuoni e riposo assoluto.
Ieri ho re-indossato le scarpe da corsa e mi son dedicato 30 minuti a 6 min/km e poi mi son fermato. Tutto bene, con calma si rientra ma occorre dare tempo al corpo per "riparare" le piccole ferite e i traumi. Ho capito però che fermarsi un mese e recuperare è meglio che ripartire anticipando i periodi minimi di guarigione.
Ciao e buona corsa.
Grande Sharky!
RispondiEliminaAncora una volta si conferma il mio motto:
"Non cercare ostinatamente il PB. Sarà il PB a trovare te!"
ah bella maratona complimenti, c'ero anche io 40" ca dietro di te, senza dolori ma con la notte pre-mara passata in bianco...che sofferenza! buon anno ciao
RispondiElimina